La valvola nasale è una regione anatomica nasale che limita il passaggio dell’aria all’interno del naso. In realtà si distinguono due zone valvolari: una esterna che corrisponde in pratica alla circonferenza delle narici ed alle cartilagini alari della punta nasale ed una interna che è costituita dall’unione del setto con le cartilagini (triangolari) delle pareti laterali del naso. La funzione è quella di diminuire l’eccessiva velocità dell’aria inspirata che altrimenti raggiungerebbe troppo presto le vie aeree più basse (faringe, laringe, bronchi e polmoni) senza essere stata adeguatamente umidificata, filtrata e riscaldata dal naso.
Il deficit funzionale della valvola nasale può causare una diminuzione del flusso aereo di vario grado e spesso in passato non è stato diagnosticato ritenendo responsabile dell’ostruzione respiratoria soltanto il setto ed i turbinati. Da qui si capisce come molti interventi di settoplastica e riduzione chirurgica dei turbinati non abbiano avuto in passato e non hanno ancora oggi il risultato voluto. D’altra parte durante la visita l’alterazione valvolare può essere facilmente riconosciuta: infatti durante l’inspirazione la parete laterale del naso, a causa della sua debolezza, si sposta notevolmente verso l’interno ostacolando il passaggio dell’aria. In pratica viene ad essere esagerata la funzione valvolare che invece di limitare il flusso di aria inspirata nelle fosse nasali lo blocca quasi completamente.

Le cause del deficit valvolare possono essere congenite, traumatiche o dovute agli esiti di precedenti interventi chirurgici nasali. A volte i pazienti, pur non individuando esattamente il perché della cattiva respirazione, trovano giovamento dalla applicazione sul naso di alcuni cerotti che si vendono comunemente in farmacia e che non fanno altro che irrobustire dall’esterno la valvola nasale. In effetti le procedure chirurgiche che si attuano in questi casi realizzano lo stesso obiettivo di rinforzo della valvola nasale dall’interno mediante la fissazione di innesti di cartilagine prelevati dal setto o dalla conca auricolare.
Tali innesti sono rispettivamente del tipo “spreader graft” (innesti distanziatori), del tipo “alar batten graft” (innesti alari a stecca) oppure ancora innesti per la ricostruzione totale delle cartilagini alari nei casi di esiti di precedenti rinoplastiche.

Gli innesti cartilaginei del tipo “spreader graft” (colorati in rosso) sono prelevati dal setto nasale o dalla conca auricolare e sono fissati ai lati del setto dorsale per ampliare la valvola nasale interna e ristabilire una buona respirazione.

Gli innesti del tipo “alar batten graft” (colorati in rosso) sono inseriti sulle
cartilagini laterali del naso per correggere deficit della valvola nasale esterna.

DEFICIT DELLA VALVOLA NASALE DA ESITI DI RINOPLASTICA
La paziente aveva subito due settorinoplastiche alcuni anni prima in seguito alle quali si erano presentati disturbi respiratori ed un pinzamento della punta nasalie e la caduta della punta.
L’analisi della paziente evidenziava un deficit della valvola nasale esterna con collasso delle ali nasali; inoltre era presente un pinzamento della regione in corrispondenza della punta.

Si apprezzava anche una deformità della regione della sopra punta del tipo “Pollybeak”. La correzione chirurgica dei difetti riportati dalla paziente si è avvalsa di innesti cartilaginei ricavati dalla conca per ricostruire le cartilagini alari della punta completamente asportate nel precedente intervento. Un altro innesto del tipo “pilastro columellare” è stato posizionato nella punta per irrobustirla ed aumentarne la proiezione prevenendo così la possibilità di una sua successiva caduta nel postoperatorio della paziente.