RINOPLASTICA SECONDARIA

Un mix di esperienza, architettura e arte

La rinoplastica secondaria è uno degli interventi tecnicamente più difficili in chirurgia nasale. Infatti, rispetto ad una rinoplastica primaria, vi sono alcune problematiche che accrescono la difficoltà di trattamento e gestione del paziente: le strutture ossee e cartilaginee sono indebolite e distorte, i tessuti molli di rivestimento sono cicatriziali e aderenti, il paziente spesso presenta problemi psicologici; è scettico e ha meno fiducia nei confronti del medico. La rinoplastica secondaria è una combinazione di esperienza, architettura e arte e richiede un accurato planning preoperatorio per restaurare un equilibrio tra aspetto funzionale ed estetico: ciò presuppone un’ampia conoscenza teorica su quanto codificato in letteratura e una eccellente manualità chirurgica.

Nella maggioranza dei casi è di estrema utilità il ricorso all’approccio open. Negli ultimi 20 anni l’approccio “open” al setto ed alla piramide nasale, mediante una piccola incisione della columella, ha guadagnato sempre più popolarità tra i chirurghi. La possibilità di definire le deformità anatomiche sotto diretta ispezione dell’architettura osteocartilaginea e l’opportunità di fissare facilmente gli innesti sono solo alcuni dei vantaggi che hanno permesso la grande diffusione di questo approccio. In più, dopo poco tempo la cicatrice columellare, se vengono effettuate alcune particolari procedure, è praticamente invisibile. Quest’ultimo offre l’enorme vantaggio della completa esposizione anatomica e permette un’accurata diagnosi grazie alla migliore visualizzazione della deformità rispetto all’approccio chiuso, ovvero l’approccio impiegato fin dagli albori della rinoplastica. Altro essenziale vantaggio che fornisce l’approccio open è la possibilità di suturare e stabilizzare gli innesti.

In conclusione, la rinoplastica secondaria è spesso un’opera di architettura che richiede la ricostituzione di una impalcatura alterata dai pregressi interventi. Come non è possibile mettere insieme dei mattoni senza il cemento che li stabilizzi, allo stesso modo è necessario fissare in maniera stabile gli innesti per evitare il crollo della struttura.

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